Ciò che colpisce dei vini della cantina “Collina delle fate” di Fossombrone è la pulizia che spesso, come in questo caso, è sinonimo di eleganza. In materia enologica pulizia vuol dire nettezza sgombra di artifizi. La pulizia di un vino è sinonimo di verità in esso. E’ stata una piacevole e alta scoperta assaggiare i vini della “Collina delle fate”, dedicata appunto a cinque fate (Ludovica, Martina, Benedetta e Giulia Berloni e Joelle Pieretti) dal loro babbo Massimo Berloni, imprenditore illuminato anche quando si è messo a fare vino, che dirige l’azienda con sua moglie Manuela Mariotti. Questi vini hanno un richiamo chiaramente francese. Due esempi clari. Lo Chardonnay “Adagio” 2015 si annuncia con profumi che oscillano tra infiorescenze gialle e verdi e un chiaro richiamo alla siepe dei nostri campi che costeggia le strade bianche: la senape selvatica. Il sentiero olfattivo è alto e ci conduce ad abbagli di achillea e alla polpa vanigliata dell’asfodelo, argomenti rari che non troverete in nessun vocabolario del vino se non in quello firmato da chi vi scrive e dal suo maestro Otello Renzi. In questo vino i fiori di mandorlo si nutrono di sali minerali e ci fermiamo qui perché occorrerebbe una pagina per descriverne la complessità. La versione 2018 dello Chardonnay è di un giallo lunare linfatico, ha un’anima croccante pregna di salsedine, pungenza di timo e si muove tra crepacci di calcare. Va ascoltato almeno un’ora.